Politica Professionale
La psicologia è definitivamente professione sanitaria: qualche riflessione
La psicologia è professione sanitaria. Sembrerebbe una cosa ovvia, ma fin qui non è stato così, perlomeno a livello ministeriale. Difatti, l’Ordine degli Psicologi, afferiva al Ministero della Giustizia. E’ notizia di pochi giorni fa che il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto DDL Lorenzin che, tra le altre cose, sancisce il definitivo passaggio della psicologia all’interno delle professioni sanitarie ed il passaggio quindi dal Ministero della Giustizia al Ministero della Salute.
Questo passaggio della professione psicologica sotto l’alta vigilanza del Ministero della Salute, sancisce una volta per tutte il principio della tutela della salute pubblica.
Nel DDL in questione, è infatti posta particolare attenzione al tema dell’abusivismo professionale. Ecco l’articolo 5,
Art. 5.
(Esercizio abusivo della professione sanitaria)
1. All’articolo 348 del codice penale, dopo il primo comma, è aggiunto il seguente:
“ Se l’esercizio abusivo riguarda una professione sanitaria, la pena è aumentata da un terzo
alla metà”.
Questo aspetto dovrebbe quindi sgombrare il campo – in modo definitivo – rispetto all’applicazione rigorosa dell’art. 21 del codice deontologico degli psicologi. Se ancora ce ne fosse bisogno, giova ricordare che il codice deontologico è in primis un “patto” che ha come fine primario la tutela della collettività. In questo caso specifico, l’applicazione dell’art.21, non è quindi un mero problema di tutela della professione, quanto piuttosto l’operazionalizzazione del principio di tutela della salute pubblica e collettiva, che gli Ordini, e ciascun professionista, si prendono in carico nell’ambito del loro operare come psicologi.
Tutto questo, con buona pace di chi, ancora oggi, si domanda se e come applicare e far rispettare l’art. 21 del nostro codice.
Alessandro Lombardo
FOUNDAMENTA | CALL PER IDEE PROGETTUALI| dialogo con Laura Orestano

Cosa é esattamente Foundamenta e che tipo di servizi offre?
Foundamenta è la prima call italiana per accelerare imprese e startup a impatto sociale. Se selezionati il programma 4 mesi residenziale offre investimento diretto nella startup e servizi di accelerazione specifici: product/service design, business modelling & impact assessment, networking for scalability, investment readiness. Tutto è focalizzato per accompagnare l’impresa vs ulteriori investitori e quindi per la crescita.
Chi può partecipare a questa call?
La call è aperta a team formali e informali o imprese/startup già costituite che abbiano almeno un prototipo funzionante come prodotto o servizio che risponda alle sfide sociali contemporanee: salute, welfare, cultural heritage, etc
Che tipo di “idee” imprenditoriali vengono scelte ?
La selezione è stringente in quanto riceviamo application da tutto il mondo. Selezioniamo idee di impresa che si mostrino innovative e rilevanti per la società e che possano scalare a livello almeno nazionale. Da quest’anno lanciamo in contemporanea a Foundamenta anche una call per idee progettuali che non sono ancora impresa: Design Your Impact è la call di pre-accelerazione per idee innovative a impatto sociale che ambiscono a strutturarsi progettualmente per divenire potenziali imprese. Anche questa call è ora aperta su nostro sito.
FOUNDAMENTA è il programma SocialFare per accelerare imprese e startup a impatto sociale. È il primo in Italia e l’unico che effettua investimento cash nelle startup/imprese selezionate.
Cosa & Come:
- Programma residenziale a Torino
- 4 mesi di accelerazione full-time
- Seed fund fino a 100k€ cash
- Acceleration Team dedicato, mentor d’eccellenza
- Accesso al network 50+ Social Impact Investor
- Desk gratuito @ Rinascimenti Sociali
Politica Professionale
PSICOLOGO, E’ ORA DI ATTIVARTI! VOGLIONO NORMARE IL COUNSELLOR

Sembrava tutto concluso sul fronte normazione del cosiddetto Counsellor ma invece, non è così.
Ecco che ti rispunta l’UNI: l’ente che per legge può normare, e quindi con tale atto legittimare, le nuove professioni. Ora, non si comprende il perchè l’UNI abbia tutta questa fretta e tutto questo zelo nel normare tale figura ma, in ogni caso, siamo in una fase delicata.
Ad oggi, è stata aperta una fase di cosidetta INCHIESTA PUBBLICA SULLA NORMAZIONE DEL COUNSELLOR.
Questa fase, è banalmente una fase preliminare dove si domanda cosa si pensa della questione. Bene, ecco perché noi psicologi, con forza, in massa, dobbiamo dire NO a questo scempio.
COSA DEVI FARE PER VOTARE NO
Farlo è semplice:
- Accedi al link dell’UNI (SOTTO TROVI IL LINK CHE TI MANDA DRITTO ALLA VOTAZIONE)
- Metti NO alla domanda “Ritieni che il progetto rispecchi i bisogni del mercato di riferimento?”
- Scrivi una breve e chiara motivazione nell’apposito spazio. Ad esempio:
Esiste già lo psicologo come figura di riferimento per le aree di cui dovrebbe occuparsi questa nuova figura professionale
ORA, NON TI RESTA CHE AGIRE! TI BASTANO DAVVERO 2 MINUTI!
ordine psicologi piemonte
Presunti abusi di professione del Counsellor: video inchiesta di Repubblica

Nell’ormai eterna diatriba per rispondere definitivamente, una volta per tutte, alla domanda su quali differenza ci sarebbero tra lo Psicologo e la pseudo professione del counsellor, ecco che spunta una video inchiesta di Repubblica che entra, con telecamera nascosta e microfono, negli studi di tre sedicenti counsellor.
La giornalista, si finge dunque paziente, con problemi che vanno dall’alcolismo al suicidio di un fratello, passando per i disturbi alimentari. Cosa farà il counsellor in questi casi?
Dopo aver visto questo video, le domande sono molte ma una, più di tutte, credo vada messa in evidenza. Ed è una domanda che va posta ai colleghi e alle colleghe che si occupano a vario titolo di formare questi counsellor:
davvero volete prendervi la responsabilità di avallare queste figure?
Pensateci.
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Sara Alaimo
18 Dicembre 2013 at 9:03 pm
Spero che questo non generi problemi di tutela per tutti i colleghi che non operano in ambito clinico. Se da una parte è facile distinguere l’abuso in ambito sanitario/clinico, si corre il rischio di sottovalutare gli abusi nell’ambito della psicologia del lavoro, di comunità…
Andrea
19 Dicembre 2013 at 5:19 am
Si apparentemente sembra una buona notizia…
Questo presuppone si consideri che un Ordine sia il modo migliore per tutelare la salute pubblica, e si metta da parte il sottile senso di onnipotenza in cui io ( Ordine, governo o quant’altro) decido cosa sia meglio per il cittadino e lo obbligo a sottostare al mio ordine.
Ovviamente è una provocazione ma che val sempre la pena riflettere…
Alessandro Lombardo
19 Dicembre 2013 at 2:32 pm
Sai cosa penso Andrea, che il sistema ordinistico è di certo pieno di pecche, ma quando poi mi confronto con quel che vedo rispetto alle pseudo professioni, ai tentativi di aggirare le leggi, di fare sottili giochetti linguistici, mi rendo sempre conto che siamo in Italia, e che il sistema accreditatorio delle professioni, di matrice anglosassone, in Italia, diverrebbe una jungla. In fondo, tutto il movimento delle cosiddette pseudo professioni, lotta per avere il controllo e la possibilità di operare in un mercato amplio di formazione potenziale, tutto qui: formare altri finti psicologi, perchè gli psicologi non bastano più. Come negli allevamenti, quando la vacca da latte non produce più, si manda al macello.
Andrea careggio
19 Dicembre 2013 at 5:36 am
Domanda.
Se ora svolgo una professione sanitaria, che ne sarà delle mie prestazioni ufficialmente non riconosciute come sanitarie?
Mi spiego… Se un medico pratica terapie non convenzionali, deve seguire tutta una procedura, di fatto non può pubblicizzarle ed in ogni caso non è che sia ben visto dai colleghi.
Sappiamo bene che esistono molte sfaccettature nel fare terapia in ambito psicologico che potrebbero essere definite diplomaticamente bizzarre. Sapendo che non esiste un protocollo nel nostro ambito di cosa sia riconosciuto come terapeutico o meno, ora che siamo professione sanitaria forse sarà un punto caldo di discussione. Chi definisce che l’ipnosi, piuttosto che i tarocchi, la meditazione o la mindfulness siano strumenti accettabili o meno?
Alessandro Raggi
23 Dicembre 2013 at 7:12 am
Si tratta solo di un DDL al momento. Dunque per ora non è cambiato nulla. Sai quanti sono fermi da anni? Almeno dal punto di vista normativo per ora resta la vaghezza di sempre.
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