Storytelling
Psicologia e Storytelling: bibliografia per orientarsi

Ecco una bibliografia di massima sull’utilizzo dello Storytelling. Di certo, non è e non può di certo essere “tutto quel che c’è” sullo Storytelling ma diciamo che, per farsi un’idea, per avere dei fondamentali, può andare più che bene.
Se poi sei interessato allo Storytelling e vuoi apprendere come utilizzarlo nella tua prassi professionale, dai un occhiata al corso on line che parte a breve (clicca QUI per visionarlo).
Andrea Fontana | Storytelling Kit
Gamification. Giochi da prendere sul serio

Jonathan Gottschall | L’istinto di narrare

Storytelling. Storie terapeutiche per aiutare bambini e famiglie ad aiutarsi

Andrea Fontana | Manuale di Storytelling

Chris Vogler | Il viaggio dell’eroe. La struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e cinema

Joseph Campbell | L’eroe dai mille volti

Joseph Campbell | Percorsi di felicità. Mitologia e trasformazione personale

Alessandro Lombardo
Come i Brand usano lo Storytelling

LO STORYTELLIG NELLA VITA QUOTIDIANA. Quando incontriamo qualcuno nella vita reale per la prima volta, per conoscerlo gli facciamo numerose domande su quella che è stata fino a quel momento la sua vita: ascoltiamo i suoi aneddoti, idee, opinioni e credenze. Cerchiamo di portare alla luce la loro storia, e di trovare dei punti in comune con la nostra; l’obiettivo finale è quello di connettersi.
Tutto ciò ha il fine ultimo di trovare qualcuno che abbia uno spirito affine al nostro in modo da creare un legame di amicizia o di amore.
Nell’ambito del marketing aziendale, le regole non cambiano così tanto.
Raccontare la tua storia, ovvero ragionare in termini di Storytelling, è una parte fondamentale della costruzione del tuo marchio.
Aiuta a definire il modo in cui le persone ti vedono e consente ai consumatori di iniziare a creare una connessione tra te e la tua azienda.
Per farlo bisogna creare delle basi che ti consentano di sviluppare un marchio forte con un futuro ugualmente fiorente: la gente compra perché ama ciò che fai, ciò che rappresenta quel prodotto e le storie che condividi.
Ecco perché oggi una delle tecniche maggiormente utilizzata dai grandi brand è lo storytelling.
RACCONTARE IL BRAND CON LO STORYTELLING. Nell’era digitale, essere i primi nell’ambito del marketing significa incitare il pubblico a connettersi con il proprio marchio, e il modo migliore per farlo è attraverso una storia.
Del resto ognuno di noi è attratto da storie perché suscitano emozioni e l’emozione è ciò che vende.
Gli studi mostrano che le emozioni positive verso un marchio hanno un’influenza maggiore sulla lealtà del consumatore rispetto alla fiducia o ad altri giudizi basati sulle proprie caratteristiche.
Non è un compito facile creare contenuti che raccontino una storia avvincente ed emozionante, ma quando i brand ci riescono, si viene a creare un’esperienza unica.
Per capire quanto possa essere importante costruire una storia fantastica che racconti il proprio prodotto al fine di fidelizzare un cliente, un aiuto viene dalle strategie inerenti lo storytelling applicate da noti brand.
Nike ha da sempre eccelso nello storytelling del proprio marchio. Una delle loro migliori campagne è l’uguaglianza. Fa una dichiarazione forte sull’azienda: essa stessa diventa protagonista di un cambiamento sociale, offrendo qualcosa in più agli atleti di oggi che un semplice paio di scarpe da ginnastica e abbigliamento da allenamento di marca.
Questo è un esempio dell’uso dello storytelling da parte di un brand che vuole connettersi con il pubblico, invitandolo a diventare parte di un movimento collettivo indossando prodotti Nike o, impegnandosi sui social media, a condividere uno dei video che racconta di questo cambiamento.
Uno tra gli esempi più esemplari di storytelling aziendale è Ikea. Un brand che ha fatto della narrazione il suo strumento più incisivo semplicemente raccontando le storie di chi vive in un ambiente arredato con soli prodotti Ikea. In questo caso la strategia utilizzata è il visual storytelling: attraverso dei video presenti sul canale YouTube vengono mostrate scene di vita quotidiana come una festa o una cena in famiglia. Raccontando le storie di chi utilizza i prodotti Ikea significa riflettere questo brand nella propria vita dal momento che ci si immedesima nei personaggi immaginando che quel tipo di arredamento starebbe proprio bene anche nella propria casa.
Qui, per essere più chiari, con questo video, Ikea non vede i mobili. Ma incorpora tutto in una storia emotivamente rilevante.
Un altro brand che detta legge in materia di storytelling è Airbnb, il noto marketplace online in cui i proprietari di case possono offrire la loro proprietà, o parte di essa, in affitto mentre i viaggiatori possono poi lasciare una recensione sul luogo e sull’ospitalità del padrone di casa.
Ciò che bisogna sottolineare è che Airbnb non possiede o gestisce le proprietà stesse ma fornisce semplicemente un forum per i clienti per promuovere e prenotare proprietà, pasti e altro.
Quindi Airbnb invece di raccontare la storia della compagnia, fa in modo che i suoi clienti raccontino le loro storie. Questo è così importante per Airbnb che vi è un’intera sezione dedicata alle “Storie dalla community di Airbnb”.
Il rebrand e la campagna di Belong Anywhere del sito hanno utilizzato immagini e cortometraggi per offrire un’istantanea della vita degli host di Airbnb e di come potrebbe essere il soggiorno di un ospite.
È il cliente che viene posto al centro del marchio: questa tecnica funziona per Airbnb non solo perché aiuta i consumatori a costruire un’affiliazione con il marchio Airbnb, ma perché aiuta i consumatori a superare uno dei più grandi punti dolenti dell’utilizzo di un servizio come questo: conoscere le persone con cui si dovrà condividere quest’esperienza.
Non c’è un esempio di storia migliore di The Lego Movie. Una pubblicità di un giocattolo lunga ben 90 minuti che riesce a tenere incollati allo schermo tutti i telespettatori, usando il proprio prodotto come protagonista.
Se si analizza il film, è abbastanza evidente ciò che lo rende così efficace: indubbiamente si tratta di un bel film, incredibilmente ben scritto, per bambini e adulti. Il prodotto è l’intero film.
Ogni scena è magistralmente creata con Lego. Ci sono messaggi profondi che vengono evidenziati all’interno del film, che sono tutti incoraggianti e di facile comprensione: c’è un “costruttore” dentro ognuno di noi, se solo riusciamo a crederci e l’immaginazione di ognuno di noi è limitata solo se noi mettiamo dei confini ma che nessuno è mai troppo vecchio per creare qualcosa di magico.
Questi esempi di storytelling aziendale insegnano soprattutto che nulla si può improvvisare senza avere una strategia ben precisa di quello che si vuol trasmettere.
Pertanto è importante seguire alcune linee guida quando si vogliono creare delle storie per il proprio brand:
-
sviluppare contenuti che hanno un elemento emozionale, umano,
-
essere sinceri,
-
chiedersi se una persona sarebbe sinceramente interessata a leggerlo o guardarlo,
-
sapere cosa collega i tuoi clienti a te,
-
rendere semplici le storie,
-
essere in grado di descrivere una storia in un’unica riga.
Una volta trovato l’elemento umano del tuo marchio, puoi iniziare a pensare a come la tua azienda o il tuo prodotto può migliorare la vita delle persone e creare la tua storia.
Se i tuoi clienti si collegano alla tua storia a livello emotivo, vorranno farne parte.
E questa diventerà la tua arma vincente.
Ti interessi di Storytelling? Vuoi Imparare come applicarlo nei tuoi contesti professionali? CLICCA QUI
Medicina narrativa
Medicina Narrativa in ospedale. Storie di bella sanità pubblica

Medicina Narrativa in ospedale. Storie di bella sanità pubblica
Quella che segue, è l’introduzione all’Ebook Medicina Narrativa in Ospedale. Storie di bella sanità pubblica. Questo Ebook, è l’esito finale di un lavoro che, in questi anni, insieme alla collega Angela Fabiano, ho portato avanti in un’azienda ospedaliera di Catania.
Psicologia ospedaliera dunque? Si, io ritengo questo progetto un progetto a forte valenza psicologica, dove le metodologie scelte, quelle della cosiddetta Medicina Narrativa o ancor meglio dello Storytelling, si sono messi al servizio di una visione psicologica del contesto ospedaliero.
Il progetto, che in realtà è ancora in corso, ha visto la partecipazione di numerosi medici, infermieri, ostetriche, fisioterapisti, ed è a loro che va ora il mio pensiero. Perché, grazie al lavoro di questi anni, ne sento ancora le tracce, le parole, le emozioni, quando rileggo queste narrazioni.
Quando, anni fa, ho pensato il progetto, non ho fatto altro che immaginarmi il contesto ospedaliero come una contenitore ipersaturo di narrazioni e, di conseguenza, vedevo come necessaria la costruzione di una processualita’ che avesse funzione desaturante e digestiva. Nei fatti, non è stato semplice trovare il giusto equilibrio, la giusta distanza che è sempre necessaria quando ti poni di fronte a qualcuno è, per dirla in breve, gli dici: raccontami una storia, raccontami le tue storie. E leggendo le narrazioni contenute nell’Ebook, tra ironia, tristezza, angoscia, paura, lacrime, ricordi, traumi, sorrisi, questa giusta distanza, questa stessa giusta distanza, sarà difficile esercitarla in chi avrà voglia di immergersi e di farsi travolgere da queste narrazioni.
CLICCA QUI PER SCARICARE GRATIS L’EBOOK
INTRODUZIONE EBOOK
L’INIZIO. Questo libro è l’esito finale del lavoro svolto nei workshop presso l’Azienda Sanitaria ARNASS Garibaldi di Catania dal titolo “Medicina Narrativa Storie di cura: un percorso di integrazione” con la dott.ssa Angela Fabiano come Responsabile Scientifica ed io, come Progettista e formatore. A questo workshop hanno partecipato medici, infermieri e fisioterapisti dei presidi sanitari Garibaldi e Nesima di Catania ed a loro, ai partecipanti, è d’obbligo un enorme ringraziamento.
Il workshop è stato pensato e disegnato come un luogo esperienziale e autobiografico dove, nel corso delle due giornate, venivano svolte una serie di attività che mettevano al centro i partecipanti. Le loro esperienze, le loro storie, le loro narrazioni, situate e contestualizzate con una cornice identitaria ben definita, la loro professione, sono state finalità e strumento operativo del workshop.
STORIE DI SE’. Sappiamo che le professioni mediche sono professioni ad alto impatto relazionale e ad alto impatto emotivo e psicologico. Tra i costi dell’attuale medicina (si parla spesso di sostenibilità del sistema sanitario), ci si dimentica però di inserire e di valorizzare (letteralmente, dare valore) il costo umano dello stare dentro i sistemi sanitari pubblici attuali. Quanto è emotivamente sostenibile svolgere una professione medica oggi? Immergersi, come farà il lettore in queste storie, storie di pazienti memorabili, di primi pazienti, di aiutanti, non vuol dire altro che immergersi nella vita di chi, la sanità, la vive tutti i giorni: i medici, gli infermieri, i fisioterapisti, e tutto il personale sanitario. Ecco perché Storie di bella sanità.
LE RELAZIONI PERICOLOSE. Queste storie sono storie di relazioni. Relazioni di medici, infermieri, fisioterapisti, con persone che hanno incontrato nella loro più o meno lunga professione e che, inevitabilmente, non sono altro che storie di sé. Ogni storia racconta qualcosa di sé. Storie che hanno lasciato un segno, e che in qualche modo, per qualche motivo che non sempre – e forse è giusto così – viene esplicitato, lascia una traccia, una ferita, un segno per l’appunto, nel sé di chi racconta. E di chi ascolta.
LA LINGUA DEI SEGNI. Segni dunque. Segni che vanno letti come delle tracce di umanità, di una “disperata vitalità che, nel percorso della medicina contemporanea, nell’era della medicina della tecnica, si pensa, erroneamente, di aver lasciato da parte. Se ne accorgerà il lettore: questa “tremenda” umanità che trasuda ed emerge nelle storie di questo libro, nelle parole e nei racconti dei nostri medici, infermieri, fisioterapisti, si ritrova quello che si pensa non esserci più nella medicina attuale: umanità, emozioni, anima.
UMANIZZARE LA MEDICINA. Seguendo le storie che si leggeranno, sembra quindi chiaro che il tema della cosiddetta umanizzazione della medicina è, per certi versi, un falso problema. Anzi, appare paradossalmente come un goffo tentativo di ritrovare qualcosa di andato perso, di reinserire quel che si pensa non esserci: l’umanità per l’appunto. Ed il goffo tentativo è propriamente il principio additivo sottostante ad un’operazione di questa portata: aggiungere, in questo caso, presuppone una mancanza.
Davvero mancherebbe umanità nei reparti e nei rapporti? Davvero pensiamo che i pazienti, la vita delle persone che si affidano volenti o nolenti ai nostri medici, infermieri, incontrano così poca umanità nei nostri ospedali? O forse, ed è questa la nostra tesi, qui di umanità ne incontriamo a volontà, così tanta che si fatica a raccontarla tutta?
TRAVOLTI DALLE STORIE. Allora, vale di certo la pena di dirlo in modo chiaro e netto: di vicende umane, di amore, di vita, di speranza, di morte, di delusioni, di distacchi, di tragedie e anche di commedie verrà sommerso il lettore delle storie contenute in questo libro. Travolto, come ne sono stato travolto io nelle mie vesti di formatore del workshop, io che queste storie le ha vissute e fatte emergere, che queste storie le ha ascoltate e che, inevitabilmente, le ha fatte proprie. Queste storie, non posso che portarle con me, custodirle come fossero piccoli e grandi segreti di chi le ha volute raccontare, come segreti sussurrati a bassa voce.
DI CHI SONO LE STORIE. Viene difficile, seguendo la traccia sopracitata, rispondere così a domande come “a chi appartengono queste storie?” o “di cosa raccontano queste storie?”. Le storie sono di chi le ascolta verrebbe da dire, e di certo, il ruolo che la narrazione ha in queste storie è stato principalmente quello di creare un contesto di condivisione. Ora, con questo libro, compiamo l’ultimo passaggio, che è quello di raccontare ulteriormente, a chi vorrà ascoltare, leggendo queste storie, cosa significa fare il medico, l’infermiere o il fisioterapista, nella sanità di oggi. Storie di bella sanità appunto. Buona lettura.
Alessandro Lombardo
Dialogo con Antonino Ferro – Salone del Libro off

Dialogo con Antonino Ferro – Salone del Libro off
#INCONTRO con #ANTONINO #FERRO | sabato 20 Maggio ore 20 | Polo del ‘900
In occasione del Salone del Libro di Torino, all’interno degli eventi “Salone del Libro OFF”, #Alessandro #Lombardo, Presidente Ordine Psicologi Piemonte, dialogherà con #Antonino #Ferro, Psicoanalista SPI, in occasione dell’uscita del libro Pensieri di uno psicoanalista irriverente. Guida per analisti e pazienti curiosi, edizioni Raffaello Cortina.
L’evento si terrà presso:
Polo del 900 – sala del 900, via del Carmine 14 – Torino
Orario: 20.00 – 21.30
Entrata libera fino ad esaurimento posti.
-
Alessandro Lombardo5 anni ago
Dialoghi. Isabel Fernandez, EMDR, Traumi Infantili e Trauma Symptom Checklist for Young Children (TSCYC)
-
Politica Professionale5 anni ago
Lo Psicologo è definitivamente Professione Sanitaria
-
ordine psicologi piemonte4 anni ago
Presunti abusi di professione del Counsellor: video inchiesta di Repubblica
-
Dialoghi5 anni ago
Psicodiagnosi e Personalità. Dialogo con Luigi Abbate sul test PAI
-
Alessandro Lombardo4 anni ago
Al via la revisione dell’articolo 31 del codice deontologico degli psicologi
-
Formazione Continua in Psicologia5 anni ago
L’obbligo della formazione continua degli psicologi: le nuove regole
-
Dialoghi5 anni ago
Dialoghi sulla professione. Tra l’essere e il fare, lo psicologo che sarà. Dialogo con Pietro Barbetta
-
Innovazione Sociale9 anni ago
Innovare l’apprendimento: Oil project, l’università (gratuita) on line